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6 Aprile 2020

Duffy racconta la storia del suo stupro

La cantante Duffy ha pubblicato oggi sul suo sito un testo piuttosto lungo che racconta bene di ciò che le accadde anni fa: venne stuprata e rapita.

Lo scorso febbraio Duffy, la cantante gallese, aveva rivelato, sconvolgendo tutti di essere stata vittima di violenze e stupro. In un lungo post di Instagram era riapparsa dopo anni di silenzio dicendo “sono stata violentata, drogata e tenuta prigioniera per giorni”. Oggi la cantante, conosciuta per la hit del 2008 Mercy, ha pubblicato sul suo sito, un testo piuttosto lungo che racconta bene quella vicenda, e che sarà anche l’ultima cosa che dirà al riguardo. Il racconto è molto crudo, peggio di un film dell’orrore: “Era il mio compleanno. Sono stata drogata al ristorante, e poi sono stata drogata ancora per quattro settimane e portata in un altro paese. Non mi ricordo essere salita sull’aereo. Sono stata messa in una stanza d’albergo e il carnefice è tornato e mi ha stuprata. Mi ricordo il dolore e il tentare di rimanere conscia dopo che era successo. Sono rimasta con lui per un altro giorno, lui non mi ha guardata, io dovevo camminare dietro di lui, in un qualche modo ero conscia di quello che era successo e mi ritiravo. Mi avrebbe potuto uccidere. Ho pensato di scappare nella città più vicina mentre dormiva, ma non avevo soldi e avevo paura che avrebbe chiamato la polizia, lui, e forse mi avrebbero considerata una persona scomparsa. Non so come ho avuto la forza di passare quei giorni. Ho sentito la presenza di qualcosa che mi ha aiutata a restare viva. Sono tornata in aereo con lui, sono rimasta calma, per quanto uno può restare calmo in una situazione del genere, e quando sono tornata a casa mi sono seduta, confusa, come uno zombie. Sapevo che ero in pericolo di vita, lui mi aveva detto in modo velato che mi voleva uccidere. Con le poche forze che avevo, il mio istinto mi diceva di correre, correre e trovare un posto dove vivere e dove lui non mi avrebbe trovata. 

Il carnefice mi ha tenuto drogata a casa mia per quattro settimane, non so se mi ha anche stuprata durante quel periodo, mi ricordo solo del viaggio nel paese straniero e della mia fuga nei giorni successivi. Non so perché non mi abbia drogata all’estero, penso che mi desse una sostanza che non poteva portarsi dietro”.

Duffy ha anche raccontato di essere riuscita a superare il trauma grazie all’aiuto di una psicologa esperta in violenza sessuale, che è stata anche la prima persona a cui ha raccontato la vicenda. Dopo l’esperienza ha rischiato più volte il suicidio ed il pensiero di riuscire a riprendersi sembrava impossibile, grazie a lei ce l’ha fatta. La spinta di condividere questa vicenda è stata indotta, come racconta e spiega lei stessa nel testo, dal voler aiutare gli altri che vivono una situazione, o hanno vissuto, simile alla sua; persone che hanno sofferto tanto e alle quali sembra di non riuscire ad uscire da questo buco nero.  “In queste ore mi ricordo le parole di Maya Angelou- dice Duffy- non c’è più grande agonia di portarsi dentro una storia non detta. Voglio condividere con voi la mia oggi”.