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16 Gennaio 2015

Sardegna: crisi senza fine, persi altri 650 posti.

Sardegna: crisi senza fine, persi altri 650 posti.

Continua l’emorragia di posti di lavoro in Sardegna. Nel primo trimestre del 2015 nell’isola si perderanno altri 650 posti di lavoro: i lavoratori in uscita saranno 4.820 a fronte di 4.170 nuove assunzioni. Il dato, in controtendenza rispetto a quello nazionale, è evidenziato dalla Cna Sardegna che commenta il monitoraggio trimestrale effettuato dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro che a livello nazionale lascia intravedere una ripresa dell’occupazione con la creazione complessiva di 8.400 nuovi posti di lavoro. Questa ripresa sembra infatti essere ancora molto lontana in Sardegna e nel resto del Mezzogiorno. Stando alla ricerca nazionale di Unioncamere, tra gennaio e marzo 2015 il sistema produttivo nazionale assumerà 209.700 persone a fronte di 201.300 lavoratori che usciranno dal mercato. La crescita riguarda il Nord- Ovest Italia, con la Lombardia –Milano in particolare – che registrano un saldo attivo previsto di 9.300 posti di lavoro. Quanto ai settori, i nuovi posti di lavoro saranno creati per lo più nel manifatturiero, nelle industrie metallurgiche, nel sistema moda e nell’alimentare. A livello nazionale oltre 17mila entrate riguardano il settore edile.

I numeri della Sardegna. Il quadro appunto non è positivo: i lavoratori in uscita saranno 4.820 a fronte di 4.170 nuove assunzioni con un saldo di – 650 posti di lavoro. A livello provinciale il dato peggiore è previsto a Sassari con 1.750 lavoratori in uscita contro i 1.310 in entrata (-440). A Cagliari a fronte di 2.020 assunzioni 2.160 lavoratori abbandoneranno il mercato (-140). Nuoro registra 20 posti in meno mentre ad Oristano i posti persi saranno 50.

Le imprese straniere nell’Isola. La Cna Sardegna analizza anche i dati contenuti in una recente ricerca sulla imprenditoria straniera effettuata da Unioncamere e InfoCamere che relega la nostra regione agli ultimi posti in Italia per la presenza di imprenditori stranieri. Sulla base dei dati del registro delle imprese delle Camere di commercio isolane, Sassari è la provincia sarda che registra il maggior numero di imprese guidate da stranieri: il 5,1% delle oltre 13mila aziende. Segue Nuoro con il 3,9% delle quasi 7mila imprese, chiudono Cagliari (2,5% su oltre 14mila) e Oristano (2,4% su 3.264). Numeri particolarmente bassi rispetto ad una media italiana che arriva quasi al 13 per cento di imprese guidate da stranieri e a province come quella di Prato (che guida la classifica nazionale) in cui le imprese gestite da imprenditori stranieri sono addirittura il 38%.

La crisi senza fine. «I dati di Unioncamere attestano una situazione che in Sardegna e nel Mezzogiorno si fa sempre più preoccupante – sottolineano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna commentando i dati di Unioncamere -. Le piccole imprese sarde continuano a soffrire una crisi interminabile e devono essere messe in condizioni di risollevarsi. Servono azioni più decise per contrastare il processo di desertificazione produttiva e la cancellazione di posti di lavoro che sono il frutto della caduta della domanda e degli investimenti: gli investimenti fissi lordi sul territorio regionale si son ridotti negli ultimi anni del 40%, nell’industria nel solo 2013 del 32%, la spesa in conto capitale del 30%, nel settore artigiano nel 2014 ha investito solo il 9,8% delle imprese. L’unica cura che può produrre effetti immediati è dunque quella di rilanciare gli investimenti. Quasi il 50% del calo degli occupati in Sardegna negli ultimi sei anni è riferibile alla filiera delle costruzioni. Su 71 mila posti di lavoro persi dal 2008 al 2014 circa 37 mila sono connessi all’edilizia. La Regione Sardegna sblocchi subito la legge sull’edilizia, approvi con urgenza la legge finanziaria e concentri tutte le risorse disponibili su un grande piano del lavoro. La decisione di varare un piano per le opere pubbliche con l’accensione di un mutuo per 600 milioni di euro prevista dalla finanziaria per il 2015 va nella giusta direzione, a condizione che i cantieri vengano avviati con celerità e le risorse immesse immediatamente nel circuito economico».

Fonte: Sardiniapost