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12 Novembre 2013

Anniversario attentato Nassiriya

In quel tragico 12 novembre di 10 anni fa la strage di Nassiriya

Era il 12 novembre del 2003 quando, nell’ormai tristemente nota Nassiriya, nel sud dell’Iraq, un camion-cisterna esplodeva forzando l’entrata di una delle due basi cittadine del contingente italiano.

Morivano così i carabinieri Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi e Alfonso Trincone. Insieme a loro restano a terra i militari dell’esercito Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro e Pietro Petrucci. Restano uccisi anche due civili italiani: sono il cooperante Marco Beci e il regista Stefano Rolla che con la sua troupe sta seguendo proprio l’attivita’ dei carabinieri italiani in terra d’Iraq. I feriti alla fine saranno 58. 28 le vittime, tra cui 19 italiani tra Carabinieri, militari e civili.

L’operazione Iraqi Freedom (OIF), o seconda guerra del Golfo, inizia nel marzo 2003. Il 1 maggio dello stesso anno la guerra è ufficialmente finita e la risoluzione ONU 1483 invita tutti gli Stati a contribuire alla rinascita dell’Iraq, favorendo la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione. L’Italia partecipa attraverso la missione “Antica Babilonia” fornendo forze armate dislocate nel sud del Paese, con base principale a Nasiriyya, sotto la guida inglese. La missione italiana inizia il 15 luglio 2003 ed è un’operazione militare con finalità di peacekeeping (mantenimento della pace), con l’obiettivo di ricostruire il “comparto sicurezza” iracheno attraverso l’assistenza per l’addestramento e l’equipaggiamento delle forze, sia nel contesto della NATO sia sul piano bilaterale; creare e mantenere la necessaria cornice di sicurezza; concorrere al ripristino di infrastrutture pubbliche ed alla riattivazione dei servizi essenziali , nonché al mantenimento dell’ordine pubblico, al controllo del territorio e al contrasto alla criminalità, alla gestione aeroportuale e alle attività di bonifica.

Il 12 novembre 2003 il grave attentato di Nasiriyya. Alle ore 10:40 ora locale, le 08:40 in Italia, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppia davanti la base MSU (Multinational Specialized Unit) provocando l’esplosione del deposito munizioni. Il Carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base “Maestrale”, riesce ad uccidere i due attentatori suicidi, così che il camion non esplode all’interno della caserma, ma sul cancello di entrata, evitando una strage di ancor più ampie proporzioni. I primi soccorsi vengono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo. L’altra sede, “Libeccio”, distante poche centinaia di metri dalla prima, rimane anch’essa danneggiata dall’esplosione. E’ una vera e propria ecatombe: l’edificio principale crolla a seguito della terribile deflagrazione, il deposito munizioni rimane coinvolto innescando una seconda sequenza di esplosioni, proiettili vaganti vengono lanciati in ogni direzione. In pochi secondi laddove sorgeva la base resta soltanto un enorme cratere e i corpi senza vita di 19 connazionali.

Due mesi dopo l’attentato, il Reggimento CC lascia definitivamente anche la Base “Libeccio”, trasferendosi alla base di “Camp Mittica” nell’ex aeroporto di Tallil, a 7 km da Nasiriyya, mentre la camera ardente viene immediatamente allestita nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, per accogliere le salme rimpatriate e dar loro l’ultimo saluto. I funerali di Stato si svolgono il 18 novembre 2003 nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, officiati dal cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte autorità dello Stato, e con vasta (circa 50.000 persone) e commossa partecipazione popolare. Per quel giorno fu proclamato il lutto nazionale.

I morti ed i feriti dell’attentato sono stati insigniti della Croce d’Onore con una cerimonia tenutasi il 12 novembre 2005 presieduta dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Alle vittime dell’attentato sono state inoltre intitolate numerose vie, piazze e monumenti in tutta Italia.

La missione termina ufficialmente il 1 dicembre 2006. Le complesse attività logistiche, iniziate il 23 settembre, per il rientro in Patria di personale, mezzi e materiali durano fino al 30 novembre 2006. Il 1 dicembre, alla presenza del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, si svolge la Cerimonia dell’ammainabandiera che conclude l’impegno italiano a Nassiriyah.

Nel 2009, tre anni dopo, viene istituita la “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace” che si festeggia ogni anno il 12 novembre, anniversario degli attentati. Nell’ambito delle commemorazioni il ministro Mario Mauro consegnerà oggi, alle 15.30, a Palazzo Barberini (Sala del Trono) la ‘Medaglia della Riconoscenza’ ai familiari delle vittime di quella strage. “Un gesto – si legge nel comunicato diramato dalla Difesa – a quanti hanno donato la propria vita in difesa del bene comune per la pace, la sicurezza e la stabilità internazionale nello svolgimento di attività di alto valore umanitario all’estero, che vuole essere momento fondamentale per rafforzare la coesione di un popolo, attraverso la condivisione del patrimonio di valori comuni, di cui i nostri valorosi caduti sono testimonianza luminosa“.

L’istituzione del 12 novembre quale giornata in cui ricordare i Caduti militari e civili delle missioni internazionali per la pace rappresenta il riconoscimento del Paese per coloro hanno onorato il nome dell’Italia e il nostro tricolore in tutto il mondo. Una data per celebrare la memoria di quegli italiani che, impegnati in diversi Paesi del mondo nelle missioni a sostegno della pace e della sicurezza internazionale, hanno perso la vita nell’adempimento del dovere, mantenendo vivo l’esempio di tanto coraggio e di tanta dedizione mostrato dai nostri militari e civili.

Una data dolorosa per tutti gli italiani, in cui diciannove connazionali, come ricordato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “donarono il bene supremo della vita ispirandosi a un nobile intento di pace e mirando a sostenere la rinascita ed il progresso civile dello stato iracheno” divenendo così “un esempio di mirabile dedizione al senso del dovere e dell’amor patrio”.

Sono trascorsi ben 10 anni da quei tragici fatti, ma il ricordo è sempre vivo, anche e soprattutto tra la gente comune, che in occasione della Giornata della memoria del 12 novembre continua a dimostrare tutta la sua vicinanza alle famiglie dei caduti.

La Giornata consentirà oggi a tutti i cittadini l’opportunità di unirsi nel ricordo di coloro che sono caduti, tributando loro, come ogni anno, il doveroso omaggio per il sacrificio profuso in difesa dei diritti fondamentali dell’uomo, della democrazia e nel fronteggiare il terrorismo in ogni sua forma ,ispirandosi ai dettami della nostra Costituzione.