Airbnb, è una pratica abbastanza nuova in Italia, che spopola nel mercato delle locazioni turistiche, proprio per il fatto che l’attività sia nata dalla semplice ospitalità di estranei a casa propria, il tutto è agevolato dalla normativa fiscale che li considera proprio degli affitti brevi, cui tassazione rientra nel pagamento della cedolare secca del 21 per cento e senza obblighi aggiuntivi. È utile però distinguere tra chi affitta secondo lo spirito Airbnb e chi decide di utilizzare il metodo per farne una vera e propria attività d’impresa, rientrando però nella tassazione uguale a chi arrotonda nel quotidiano. C’è chi, infatti, con il breve affitto di una stanza o della casa intera ci campa, trasferendosi durante il fine settimana e chi invece guadagna davvero tanto e in proporzione a ciò che percepisce praticamente non paga le tasse. Ci saranno novità – così annuncia il ministro della Cultura Franceschini - che ha sottolineato la volontà di portare presto una norma in Consiglio dei ministri: “Non è possibile che ci sia chi finge Airbnb e invece ha un’attività d’impresa mascherata”. Ciò a cui il governo sta lavorando, e che dovrebbe diventare legge per il 2020, verte sul numero totale degli appartamenti messi in affitto dallo stesso proprietario o gestore, i benefici di Airbnb si lasceranno a coloro che possiedono meno di tre appartamenti, oltre questa soglia, l’attività sarà considerata una vera e propria azienda al pari delle altre del settore turistico.
@Margherita Pusceddu