"Gli ultimi tre anni hanno cambiato la prospettiva. Dopo la pandemia che è stata una tragedia collettiva e personale era tempo di riformattare e di ripartire". Con queste parole Jovanotti, ha dato il via alla partenza, insieme alla sua fedele bici, verso Aracataca, in Colombia. 

Fornito di action cam e cellulare, il cantante ha proseguito il suo viaggio e ha lanciato un docutrip, Aracataca – Non voglio cambiare pianeta 2, composto da 25 puntate da 15 minuti l'una, che andrà in onda in esclusiva su RaiPlay dal 24 aprile. L’avventura del cantante ha avuto inizio a gennaio. Dall’Ecuador alla Colombia, dalle Ande all’Amazzonia e dall’Oceano alla mitica Macondo. "Una pedalata lunga 3500 km, 50mila metri di dislivello, tra salite e discese, foreste e cascate, sentieri e autostrade. Una pedalata alla volta, ce la faremo", narra Jovanotti del suo viaggio tra mari e oceani, villaggi e periferie, musica e fatica.

L'artista inoltre sottolinea: "Con la testa che si svuota e il cuore che fa il pieno. Ma tutto questo è anche sviluppo e ricerca della mia musica. Un racconto on the road come poteva esserlo l’Odissea… Non c’è nessuno che vince o che perde". 

Aracataca non è altro che la seconda parte della prima serie che l’artista aveva lanciato 3 anni fa, in concomitanza con il primo lockdown, che ha riscosso il suo successo: nei primi 30 giorni aveva raggiunto 5,5 milioni di visualizzazioni e 600mila ore di visione. Terminato il viaggio, il cantante ha fatto appello ai giovani: "Prendete e partite. In un’epoca di passioni tristi, per me opporsi a questo è una forma di militanza. Viviamo al centro di bombardamenti di notizie e ci sembra che il mondo ci raggiunga, ma raggiungere il mondo è necessario, perché altrimenti ti rende impotente rispetto al tuo potenziale di poter cambiarlo".

E poi, in riferimento agli ultimi anni, l'artista ha voluto concludere così:  "Non siate tristi, perché altrimenti sarete manipolabili: è la natura del potere, lo diceva Spinoza. E allora viaggiate". 

Alessandro Paolo Porrà