La crisi del cacao, con le sue ripercussioni sui prezzi dei prodotti dolciari, è uno degli effetti collaterali delle sfide globali legate al clima, alla produzione agricola e alla sostenibilità. In vista del Natale, i consumatori potrebbero trovarsi a pagare molto di più per cioccolatini, praline e dolci tradizionali al cioccolato, con aumenti che riflettono una situazione internazionale sempre più complessa.

Le cause principali dell'impennata dei prezzi. Calamità naturali e malattie delle piante: malattie come il Cocoa Swollen Shoot Virus Disease (CSSVD) hanno colpito duramente le piantagioni in Ghana e Costa d’Avorio, che rappresentano il 60% della produzione mondiale.

E fenomeni climatici estremi, come siccità prolungate seguite da piogge torrenziali, hanno devastato le colture, riducendo l'offerta globale di cacao. I prezzi del cacao grezzo hanno raggiunto valori record, come i 10.000 dollari per tonnellata nell'aprile 2024, rispetto alla media storica di 3.000 dollari. 

Deficit globale (per la stagione 2023/2024 si registra un deficit di 462.000 tonnellate, il peggiore degli ultimi 45 anni) e la mancanza di biodiversità nelle piantagioni industriali di cacao ha reso le colture vulnerabili a parassiti e malattie, aggravando la crisi. Inoltre il riscaldamento globale, amplificato dal fenomeno del Niño, ha alterato gli equilibri climatici, rendendo più difficili le condizioni di coltivazione.

Impatti sui consumatori. Secondo un'analisi del Codacons, l’aumento dei prezzi colpirà in particolare i torroni con rincari medi del 30%, e punte del 53%. Pandori e panettoni al cioccolato con incrementi del 12,5% e altri dolci al cacao e prodotti simili sono considerati a rischio di diventare beni di lusso, accessibili solo a una fascia ristretta di consumatori.

@Redazione Sintony News