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30 Ottobre 2013

Rifiuti elettronici diventano stampanti

In Africa, i rifiuti elettronici diventano stampanti in 3D

La piccola nazione dell'Africa occidentale del Togo è uno degli ultimi luoghi dove ci si aspetta di trovare un laboratorio dove inventori e pensatori unendosi possono lavorare su nuovi progetti innovativi.Dentro la capitale Lomé, esiste uno spazio che possiamo definire in libertà "il primo spazio in Africa per la tecnologia democratica" ove abita dalla nascita un tecnico,un inventore,un brillante uomo di nome Kodjo Afate Gnikou che attraverso la sua caparbietà è riuscito nel suo intento professionale e culturale a schiudere un sogno,segnando di speranza il continente africano attraverso la realizzazione di una stampante in 3D. Kodjo Afate Gnikou ha immaginazione,talento e ambizione.Questo tecnico ha ricavato parti del suo congegno da una discarica di materiale elettronico di Lomé dove va a caccia delle componenti. Motorini e cavi sono i pezzi che ha riciclato per la stampante.Utilizzando in particolare le rotaie e le cinture di vecchi scanner, scarti di computer e anche pezzi di una unità del dischetto, ha creato quello che si può con orgoglio definire la prima stampante 3D a base di e-waste(acronimo di Waste of electric and electronic equipment) vale a dire rifiuti di tipo particolare che consistono in qualunque apparecchiatura elettrica o elettronica di cui il possessore intenda disfarsi in quanto guasta, inutilizzata, o obsoleta e dunque destinata all'abbandono. Ha dedicato diversi mesi per mettere insieme il suo dispositivo sperimentale presentandola nel workshop durante il mese in corso che si è presieduto a Lomé,capitale del Togo.

DI CHE SI TRATTA NELLO SPECIFICO? Di una stampante 3D ottenuta con materiali riciclati che legge i disegni a partire da un pc e realizza gli oggetti facendoli stampare in formato tridimensionale. Un esperimento riuscito e di controtendenza all’interno di un continente ove la ricerca tecnologica è debole. L’inventore ha quindi un duplice obiettivo(culturale e tecnologico), quello di ridare speranza alla gioventù mostrando che l’Africa merita di avere una sua espressione attraverso la voce sulla ribalta globale sul tema della tecnologia, offrendo tramite le sue stampanti un valido strumento agli africani per stamparsi oggetti in 3D, utensili e cose simili che nel continente mancano. La sua realizzazione inoltre non è solo un contributo allo sviluppo dell’Africa ma la dimostrazione come la tecnologia apparentemente vecchia possa essere riciclata piuttosto che semplicemente rottamata.
Redazione web: Mariazzurra Lai