News

16 Febbraio 2012

Istat,crolla occupazione giovanile:-80mila posti

Istat,crolla occupazione giovanile:-80mila posti.Rischio povertà per un italiano su quattro

Continua l'emorragia di posti di lavoro tra i giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni. Il presidente dell'Istat Enrico Giovannini segnala infatti che l'occupazione in questa fascia d'età, "nella media dei primi tre trimestri del 2011, ha subito una flessione del 2,5%". Sono cioè stati persi circa 80mila posti di lavoro, come ha detto il numero uno dell'Istituto di statistica alla commissione Bilancio della Camera.
"A fronte di una moderata crescita complessiva, nella media dei primi tre mesi del 2011, l'occupazione giovanile ha subito una flessione del 2,5% (circa 80mila unità)". Nello stesso tempo, ha poi sostenuto, "il tasso di disoccupazione dei giovani tra 18 e 29 anni è sceso dal 20,5% del primo trimestre 2011 al 18,6% del terzo trimestre, rimanendo almeno 11 punti percentuali al di sopra di quello complessivo. Tuttavia - ha sottolineato infine - se si considera la fascia di età 15-24 anni, come proposto dall'Unione europea, la disoccupazione sale al 31%, la piu' alta dopo la Spagna".

Rischio povertà per un italiano su quattro
"L'indicatore di Europa 2020 mostra come, nel 2010, circa un quarto (24,5%) della popolazione in Italia fosse a rischio povertà ed esclusione sociale, valore più elevato della media europea (21,5% se calcolata sui soli 17 Paesi dell'area euro e 23,4% tra i 27 Paesi). E' quanto afferma Giovannini.
L'Italia è in recessione tecnica, visto che per il secondo trimestre consecutivo il Pil risulta in calo congiunturale. L'Istat, infatti, registra per il quarto trimestre del 2011 un calo dello 0,7%, mentre nel terzo aveva segnato un ribasso dello 0,2%. Anche la crescita è in forte frenata: il nostro Paese chiude il 2011 con un Pil in aumento dello 0,4%. Nel 2010 la crescita era stata invece pari all'1,4%.
L'Istat precisa che le stime per il quarto trimestre del 2011 (-0,7% congiunturale e -0,5% tendenziale) riguardano il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato. L'Istituto, aggiunge, che il quarto trimestre del 2011 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al quarto trimestre 2010.

L'Italia torna quindi in recessione dopo poco più di due anni, l'ultimo periodo di recessione era terminato dopo il secondo trimestre del 2009. Lo rileva l'Istat.

Il risultato congiunturale complessivo, spiega ancora l'istituto, è la sintesi di "dinamiche settoriali del valore aggiunto positive per l'agricoltura, negative per l'industria, sostanzialmente stazionarie per i servizi". Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,7% negli Stati Uniti mentre è diminuito dello 0,2% nel Regno Unito e dello 0,6% in Giappone. In termini tendenziali, il Pil è aumentato dell'1,6% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito ed e' diminuito dell'1,0% in Giappone.