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7 Febbraio 2012

Posto fisso iillusione tranne per sua figlia

Il ministro del Welfare Fornero predica bene ma razzola male: Silvia insegna nella sua stessa università e fa ricerca in una fondazione

Il governo ha sempre ragione. Era nel giusto il presidente del Consiglio Mario Monti, quando giorni fa ha detto che il posto fisso è monotono. È nel giusto il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che ieri ha dichiarato a TgCom24: «Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà». Non ci credete? Beh, il governo stesso vi può fornire le prove. Anzi, la prova vivente. Cioè Silvia Deaglio, figlia del ministro del Lavoro Elsa Fornero e dell’editorialista della Stampa Mario Deaglio.

Il posto fisso è noioso? Infatti Silvia Deaglio, per non sprofondare nel tedio, ha due lavori. I ragazzi italiani, inguaribili bamboccioni, vogliono lavorare vicino a mammà e babbo? Sacrosanto. Infatti Silvia Deaglio lavora proprio accanto ai genitori. Stessa regione, stessa provincia, stessa città, stesso ateneo. La giovane signora (è sposata a un dirigente di Unicredit), classe 1974, è professore associato alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino. Guarda caso il medesimo tempio del sapere in cui insegnano sia mamma Elsa che papà Mario. Per vincere la monotonia, dicevamo, la ragazza si è ritagliata il tempo per un secondo impiego: quello di «responsabile unità di ricerca» della fondazione HuGeF, che si occupa di studi avanzati nel campo della genetica.

Anche stavolta, per non dar torto al governo, Silvia si è scelta un ingaggio non distante dalla famiglia. La fondazione di cui sopra, infatti, è sovvenzionata dalla Compagnia di San Paolo, di cui mamma Elsa è stata vicepresidente tra il 2008 e il 2010. Nella HuGeF - giusto per non farsi mancare il conforto degli amici, oltre che dei parenti stretti - c’è anche un’altra vecchia conoscenza dei coniugi Fornero-Deaglio Vien dalla Mole. Si tratta di Francesco Profumo, attuale ministro dell’Istruzione. Egli figurava nel consiglio direttivo della fondazione (attualmente risulta dimissionario) in qualità di rettore del Politecnico di Torino.

Ma Silvia Deaglio offre il destro per dar ragione anche a un altro esponente del governo, cioè Michel Martone, secondo cui chi non è ancora laureato a ventotto anni è uno sfigato. Infatti la bionda Silvia a quell’età aveva già accumulato una marea di diplomi e controdiplomi. C’è di più: a soli trent’anni già insegnava. Che gli sfigati prendano appunti. Forse per rifilare un ulteriore smacco ai coetanei non ancora laureati, la fanciulla prodigio si è subito distinta per la capacità di ottenere fondi per la ricerca, impresa notoriamente complicata nel nostro Paese.

Come ha documentato Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano, la giovane Deaglio ha ottenuto dai ministeri della Salute e della Ricerca «quasi un milione di euro in due anni (500mila nel 2008, 373.400 e 69mila nel 2009)». Poi altro denaro dalla Regione Piemonte «con finanziamenti a progetti per 12mila e 6mila euro». Sempre tra il 2008 e il 2009, la Deaglio jr si è guadagnata - 120 mila euro in due tranche dalla Fondazione Sanpaolo (di cui, ricordiamolo, la mamma era vicepresidente). Infine, nel 2010, ecco i 190 mila euro della HuGeF per il ruolo di «responsabile di ricerca». Specifichiamo, se non fosse chiaro, che la fondazione ha sede nel capoluogo piemontese, tanto per non far troppa strada. Solo scegliendo il telelavoro Silvia sarebbe stata più vicina a casa.

Sorge un dubbio, però: come farà ora che mamma Elsa sta a Roma? A Torino è rimasto solo babbo Mario, non sarà il caso di cercarsi un altro lavoro nella Capitale? Niente paura: a Torino la ministra Fornero torna spesso. Era lì anche ieri, per l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università. Per l’occasione, ha dato man forte alla sua collega Cancellieri, spiegando che «non ci si può più permettere un posto fisso a vita, è un’illusione». Ha ragione, ovviamente. Se non si hanno parentele di rilievo, farsi assumere vita natural durante è piuttosto complicato. «Uno degli scopi di questo governo è spalmare le tutele», ha dichiarato poi la responsabile del Welfare. Giusto, guardate sua figlia: un po’ in ateneo, un po’ in fondazione. Più spalmata di così non si potrebbe.

Attenzione, lungi da noi voler contraddire la ministra Cancellieri, la quale sempre ieri ha proferito: «Il mondo moderno ha grandi esperienze di mobilità, noi viviamo nella cultura del posto fisso». Vero, verissimo. Però non ce la sentiamo proprio di rimproverare Silvia Deaglio per essere rimasta a due passi dai genitori. Se se ne fosse andata - all’estero, per dire - rischiava di spezzare il cuore a mamma sua Elsa. Lo sapete, no, che quella ha la lacrima facile...