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7 Febbraio 2020

Eleganza e portamento: Achille - Bowie

Contro il patriarcato canta “Gli uomini non cambiano” stando un passo indietro ad Annalisa. La rockstar più attesa del Festival, per la terza serata, sale sul palco all’1:00 di notte

Contro il patriarcato canta “Gli uomini non cambiano” stando un passo indietro ad Annalisa.

La rockstar più attesa del Festival, per la terza serata, sale sul palco all’1:00 di notte e pur non essendo trasmesso in prima serata, riscuote un’audience ancora più grande con la sua performance, rispetto alla precedente. A discapito delle male lingue e delle polemiche contro il cantante, odiato ma anche amato da molti.

Achille Lauro muta forma anche stavolta, e dopo San Francesco arriva sul palco dell’Ariston con parrucca rossa e un trucco glam rock di brillantini, diventando l’alieno Ziggy Stardust, alter ego di David Bowie. A completare il personaggio uno sgargiante completo di raso smeraldo, griffato Gucci, in un look totalmente gender fluid.

Sapevamo che il cantante voleva impersonare ed omaggiare diverse figure durante le serate di Sanremo, infatti, nel suo profilo Instagram stava rilasciando da diverse settimane quattro indizi. Uno per ogni sua serata all’Ariston, uno per ognuno dei suoi quattro look. Tutti studiati insieme ad Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci.

Il primo indizio era il lupo, e si collegava a San Francesco. Il secondo era un fulmine e si collegava a David Bowie. Per il terzo indizio invece appaiono due maschere, quella che ride e quella che piange. Quale sarà il riferimento? La commedia e la tragedia, simbolo del Teatro greco?

La mania di Lauro di fondere musica, versetti evangelici e storia dell’arte è risaputa.

Ribadendo un bisogno di esprimere sé stesso in totale libertà. Libero di cambiare e di diventare ciò che vuole. E poco importa se lo fa attraverso la musica, i costumi, le movenze, le smorfie, il trucco. La sua è una potenza di linguaggio di altri tempi.

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Sono stato anche io bambina. “Cinquantenni disgustosi, maschi omofobi. Ho avuto a che fare per anni con ‘sta gente volgare per via dei miei giri. Sono cresciuto con ‘sto schifo. L’aria densa di finto testosterone, il linguaggio tribale costruito, anaffettivo nei confronti del femminile e in generale l’immagine di donna oggetto con cui sono cresciuto. Sono allergico ai modi maschili, ignoranti con cui sono cresciuto. Allora indossare capi di abbigliamento femminili, oltre che il trucco, la confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo, di rifiutare le convenzioni da cui poi si genera discriminazione e violenza. Sono fatto così mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina. Tutto qui? Io voglio essere mortalmente contagiato dalla femminilità, che per me significa delicatezza, eleganza, candore. Ogni tanto qualcuno mi dice: ma che ti è successo? Io rispondo: “_Sono diventato una signorina_”. Lauro

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