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27 Gennaio 2020

Il Dna può assomigliare a un fiore

La ricerca di un gruppo di ricercatori italiani apre la strada all'individuazione di nuove cure contro il cancro

Non si smette mai di imparare quando si tratta del Dna. Un gruppo di ricercatori, guidato da Marco Foiani − Direttore Scientifico dell’Istituto Firc di Oncologia Molecolare (Ifom) e professore di biologia molecolare presso l’Università degli Studi di Milano − ha utilizzato un innovativo approccio bioinformatico e matematico e ha scoperto che, il Dna può assumere le sembianze di un fiore con tanto di petali e spine.

Nel dettaglio, in vista della divisione cellulare, lungo il Dna si verificano degli attorcigliamenti che danno vita a una struttura simile alla corolla di petali di un fiore, al cui interno è protetta la sequenza di materiale genetico. Alla base dei petali, invece, l’acido desossiribonucleico assume una conformazione cruciforme, simile a delle spine. Per impedire che il materiale genetico contenuto all’interno di queste strutture possa essere danneggiato, le cellule le proteggono rilasciando una proteina specifica chiamata HMGB1, nota anche come “allarmina”. Questa, proteina fondamentale contro lo stress meccanico, potrebbe danneggiare i cromosomi portando all’insorgenza di tumori, infatti rappresenta un vero e proprio segnale d’allarme e permette di richiamare dalla circolazione sanguigna i globuli bianchi in grado di contrastare le infezioni.

Lo studio, condotto grazie al sostegno della Fondazione Airc, si è rivelato particolarmente significativo per la ricerca. I risultati ottenuti potrebbero, pertanto, aprire la strada allo sviluppo di nuove cure anticancro sempre più mirate contro le cellule tumorali e che danneggino il genoma delle cellule sane.

@Giulia Onano