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2 Maggio 2011

Pellegrini di tutto il mondo a Roma

Gioia e commozione nelle piazze per la beatificazione di Wojtyla a sei anni dalla morte. 'E' stato il nostro eroe'

E' durata sei anni l'attesa per assistere alla cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II. Piazza San Pietro è gremita sotto il suono delle campane e i cori improvvisati dai pellegrini di tutto il mondo, complice un timido sole. 'Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo', recita un enorme striscione appeso lungo il colonnato. E i fedeli lo hanno seguito alla lettera, attendendo pazientemente di entrare in piazza dopo aver passato la notte in via della Conciliazione e nelle strade limitrofe.

Sono tre le celebrazioni che costituiscono il programma religioso della beatificazione di Giovanni Paolo II, nelle tre giornate dal 30 aprile al 2 maggio: la veglia al Circo Massimo, la messa di beatificazione in Piazza San Pietro presieduta da papa Benedetto XVI, la messa di ringraziamento del 2 maggio, sempre in Piazza San Pietro, celebrata dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.

IL POPOLO DI KAROL, SIAMO QUI PER NOSTRO EROE
di Massimo Lapenda
Un Papa straordinario che ha cambiato il mondo e che merita la santità. Un pontefice ma anche un "soldato di Dio", "un uomo e un santo". In ogni caso per questo oceano di pellegrini che affolla piazza San Pietro in attesa di sfiorare ancora con gli occhi il feretro e l'ampolla col sangue di Wojtyla, questo Papa è stato ed è il "nostro eroe". E' il popolo di Karol: lingue ed età diverse, jeans o veli da suora, scarpe da ginnastica o sandali da frate, ma tutti accomunati dalla voglia "di esserci per lui". Senza sosta alcuna, dal loro arrivo a Roma, hanno sfidato la pioggia di ieri al Circo Massimo e il gran caldo di oggi in piazza San Pietro per rivolgere una preghiera al neo beato. Tra i tanti pellegrini c'é suor Maria, lei arriva dal Costa Rica e non esita a ricordare che "ero in questa piazza il giorno in cui il papa è morto e non potevo mancare oggi che è un giorno di grande festa perché è stato proclamato beato". Dopo una lunga attesa all'esterno i pellegrini raggiungono finalmente la basilica ed una volta varcato l'ingresso iniziano a scattare in rapida successione le prime foto per ricordare "un giorno straordinario - raccontano - per tutti coloro che hanno fede". In fila, poggiato sulle spalle del padre, c'é anche Gianluca, un bambino di cinque anni della provincia di Padova. Lui non ha conosciuto Giovanni Paolo II però i genitori, che erano dei Papaboys, gli hanno raccontato di quest'uomo straordinario. "Per noi - raccontano i genitori del bimbo - Giovanni Paolo II è sempre stato santo . Siamo qua per testimoniare la grandezza di un uomo che con la parola è riuscito ad avvicinare alla Chiesa tante persone. E' questo il vero miracolo di Wojtyla". Dentro la basilica c'é chi si inginocchia e chi si ferma ai lati dell'altare per pregare. Una processione senza fine che lambisce l'altare e il feretro del Papa Beato, che si snoda tra preghiere e rosari sgranati lentamente. Intorno all'altare anche tanti disabili, quasi a vegliare Giovanni Paolo II. Prima di lasciare la basilica c'é chi rivolge un ennesimo sguardo verso l'altare centrale e chi invece lancia un bacio in segno di saluto. Nel momento del congedo però molti non riescono a trattenere le lacrime ed ecco che c'é quasi la voglia di ritornare indietro per un ennesimo saluto. Ma il personale Vaticano invita tutti a non fermarsi e a raggiungere rapidamente l'uscita per consentire che la lunga catena umana che sta all'esterno possa defluire e tutti possano rendere omaggio a Giovanni Paolo II. Tra i numerosi pellegrini anche un gruppo di militari di Cracovia che, in divisa, sono entrati a San Pietro e hanno voluto omaggiare il Pontefice alla loro maniera, ovvero offrendo un saluto militare a quello che per loro "il soldato di Dio". In piazza San Pietro intanto dai megafoni viene diffusa la voce di Wojtyla ad accompagnare le migliaia di fedeli che ancora vogliono entrare "perché oggi è il giorno di Wojtyla ma anche il nostro, il giorno di chi gli ha voluto bene", spiega Angela, scout di Firenze. E Salvatore, di Palermo, ha un modo tutto suo per ringraziare "questo Papa che era uomo e Santo": una volta uscito dalla basilica fa nuovamente il giro della piazza e si rimette in fila.

POLITICA E CAPI STATO SALUTANO'GRANDE PAPA'
di Marina Perna e Giovanni Innamorati
C'erano i Reali del Belgio, le teste coronate di Spagna, Inghilterra, Liechtenstein e Lussemburgo, tanti capi di Stato e primi ministri, seduti uno accanto all'altro - con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il premier Silvio Berlusconi nel centro della fila - per rendere omaggio al 'grande Papa', Giovanni Paolo II Beato. Ma anche molti politici italiani, da Walter Veltroni a Pier Ferdinando Casini, fino a Rosy Bindi e ad una delegazione della Lega guidata da Massimo Polledri e Marco Maggioni. Il primo banco - alla sinistra dell'altare, riservato ai 'big' - già un'ora prima della cerimonia ha iniziato a riempirsi. Con i reali del Belgio e quelli di Spagna tra i primi ad arrivare. Ma anche con la politica italiana, rappresentata ai massimi livelli. A 'debuttare' tra le file del governo è stato Berlusconi che, accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta, 'gentiluomo del santo Padre', si è improvvisato ospite, intrattenendosi - in attesa dell'inizio della messa - con il principe delle Asturie, Felipe, accompagnato dalla bella moglie Letizia (in nero, con tanto di pizzo in testa). Per poi andare incontro a Napolitano - arrivato 'scortato' dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini (con le rispettive metà). Un incontro che ha destato subito l'attenzione dei cronisti che dalla terrazza del braccio di Carlo Magno tentavano di cogliere, armati di binocolo, tutti i dettagli possibili : una stretta di mano (anche con Fini) e un breve colloquio con il capo dello Stato. Scena ripetuta al termine della cerimonia quando il premier e Napolitano - diretti nella Basilica per omaggiare la salma del Papa polacco - hanno avuto un nuovo scambio di battute a 'tre', anche con Letta. Berlusconi - che ha seguito la messa spesso a braccia conserte, a volte leggendo il libricino liturgico (soprattutto durante i canti del 'Gloria') - ha poi applaudito quando Ratzinger, salutando in italiano, ha ringraziato l'Italia citando Napolitano (l'unico ad essere menzionato direttamente).

Poi, entrando nella Basilica, il premier è passato davanti ad una transenna che tratteneva un gruppo di fedeli, salutandoli. Tra i capi di Stato c'era anche il contrastato presidente dello Zimbabwe: Mugabe, con la moglie, era in prima fila, quella dei capi di stato, ma agli ultimi due posti. Lui, cattolico, era anche al funerale di Wojtyla nonostante le sanzioni Ue che gli impediscono di viaggiare in Europa (anche stavolta, come nel 2005, si è avvalso della deroga prevista per 'obblighi religiosi'). Ai primi posti della fila dei 'potenti' c'era invece Paola di Liegi - in abito crema e pizzo in tinta a coprire il capo - con il marito Alberto II: Devotissimi sono stati tra i pochi a fare la comunione ed hanno destato tenerezza condividendo il libretto liturgico che lei ha tradotto al marito nei passaggi in italiano. Vicino a loro i reali del Liechtenstein (il principe Hans-Adam II e la principessa Marie), del Lussemburgo (il granduca Henri e la granduchessa Maria Teresa), gli spagnoli Felipe e Letizia ed i Windsor, duchi di Gloucester. Immancabile il presidente della Polonia - terra natale di Wojtyla - Bronislaw Komorowski, ieri anche alla veglia del Circo Massimo. E, tra gli altri, i presidenti di Albania, Camerun, Bosnia-Erzegovina, Repubblica del Congo, Estonia, Honduras, Macedonia, Messico, Montenegro, San Marino e Togo. Nelle file dietro alcuni vicepresidenti, premier - come Francois Fillon, in rappresentanza di Parigi - o ministri, come quello tedesco degli interni Hans-Peter Friedrich e l'israeliano Yossi Peled. Tra loro anche il leader di Solidarnosc, Lech Walesa, seduto dietro Schifani e Fini.

Tanti anche gli uomini della politica italiana (da Casini a Rutelli e Veltroni) e i membri del governo: Alfano, Gelmini, Fitto e Bonaiuti, solo per citarne alcuni. Low profile invece per gli Usa: ai funerali di Wojtyla c'erano 3 presidenti (George W.Bush all'epoca in carica, suo padre George senjor e Bill Clinton), oggi solo l'ambasciatore presso la Santa Sede. Rappresentata dall'ambasciatore anche la Russia mentre l'Ue ha schierato le alte cariche istituzionali: i presidenti di Commissione (José Manuel Barroso), Europarlamento (Jerzy Buzek) e Consiglio (Herman Van Rompuy).