Un dramma infernale quello che ha colpito il sud dell’Australia. Il continente in ginocchio, avvolto dalle fiamme da diverse settimane, vede coinvolti tutti: da un lato Marina ed Esercito che stanno portando avanti una maxi evaquazione; dall’altro i vigili del fuoco del Nuovo Galles del Sud che, giovedì 2 gennaio, hanno esortato i turisti a lasciare due zone particolarmente a rischio per gli incendi che si verificheranno sabato a causa di una nuova ondata di calore con temperature tra i 40 e i 50°. La situazione è drammatica: 18 il numero di morti accertati. Ora l'attenzione è sul recupero dei superstiti e dei turisti rimasti bloccati nelle zone costiere.
Riguardo il mondo animale i numeri stanno diventando impressionanti: gli ecologisti dell’Università di Sydney hanno stimato che 480 milioni di mammiferi, uccelli e rettili sono morti fra le fiamme scoppiate dal settembre scorso. Per i koala il dramma è ancora più grave. Il Nuovo Galles del Sud è un territorio dove la presenza dei koala è molto numerosa e proprio loro hanno pagato il prezzo più pesante: 8000 esemplari sono morti bruciati o soffocati dal fumo Nonostante essi siano dotati di un pelo abbastanza spesso e abbiano una potenziale capacità di trovare rifugio sugli alberi in caso di piccoli incendi, in caso di incendi così intensi, non hanno scampo. Alcuni giorni fa un piccolo esemplare è stato trovato vivo sotto il corpo senza vita della madre che lo ha protetto a costo della propria vita. Altri invece si avvicinano ai vigili del fuoco, ciclisti e altre persone nel disperato tentativo di ricevere acqua e aiuto.
A parte le fiamme un altro grave problema sono le alte temperature: nei giorni scorsi alcuni sono morti a causa di temperature intorno ai 50°. Lo zoo di Mogo, recentemente trasformato in un parco naturale, è stato minacciato dalle fiamme ed è stato evacuato grazie all’intervento di 15 coraggiosi guardiani che sono riusciti a salvare tutti i 200 animali in pericolo. Il direttore del parco Chad Staples ha aperto le porte di casa sua: è lì che hanno trovato rifugio gli animali più piccoli, dalle scimmie ai panda rossi, mentre i grandi - fra cui giraffe, leoni e leopardi delle nevi - sono stati trasferiti in recinti lontano dalla città. A pagare le conseguenze degli incendi non sono però solo gli animali selvatici: migliaia di animali, fra pecore e bovini d’allevamento, sono morti bruciati vivi. Nella zona di Upper Murray si calcola che 12mila bovini e 6mila pecore sono stati abbattuti perché ritenuti inguaribili o troppo costosi da curare.
I roghi fino ad oggi hanno distrutto oltre 4 milioni di ettari di foreste in cinque diversi Stati della “terra dei canguri”, un'area estesa quanto il Belgio. Poiché l'estate australe è iniziata lo scorso 22 dicembre e andrà avanti per diverse settimane, la fine dell'emergenza è ancora molto lontana e solo al termine della stessa si potrà avere una stima precisa dei danni causati dai catastrofici roghi.
@Giulia Onano