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9 Febbraio 2011

Giordania, beduini contestano Rania

Le tribù al re: Troppo lusso e potere per la bella regina

Il re Abdallah II ponga fine al ruolo politico della moglie Rania, troppo influente, spendacciona e con la macchia di origini palestinesi sul suo pedigree. E' il succo di una lettera inviata al re di Giordania da 36 importanti capitribù, perloppiù beduini. Alla regina, tanto ammirata in Occidente, viene rinfacciato di usare fondi pubblici per promuovere la sua immagine all'estero senza preoccuparsi delle difficili condizioni di vita dei suoi sudditi. Un monito per evitare di finire come i Paesi confinanti ad un sovrano che la settimana scorsa è stato costretto a nominare un nuovo premier per le ripercussioni delle rivoluzioni in Egitto e Tunisia.
La notizia, censurata dai media ufficiali, è comparsa qualche ora su un sito indipendente poi oscurato. Ma tanto è bastato perché si diffondesse il malessere di un gruppo di potere di che rappresenta le tribù conservatrici della riva destra del Giordano (Transgiordania), principale sostegno alla monarchia hascemita, e che si contrappone ai giordani di origine palestinese (come la regina), che sono la maggioranza dei circa 7 milioni di abitanti del regno.
Rania, si legge nella petizione, "sta creando centri di potere nel suo interesse, che contrastano con le intese fra giordani e hascemiti sul governo del regno e (la regina) costituisce un pericolo per la nazione, per la struttura dello Stato, per la struttura politica e per l'istituzione del trono". "Trascurare quanto questa dichiarazione afferma ci getterà in una situazione analoga a quanto accaduto a Tunisi e in Egitto e che avverrà in altri Paesi arabi".
I capitribù poi attaccano con una vera e propria lista: Rania restituisca i terreni di cui si vocifera si sia impossessata la sua famiglia; faccia luce su alcune speculazioni sul Mar Morto e società minerarie con sede a Dubai; smetta di parlare inglese in pubblico per tornare all'arabo tradizionale; fermi le feste troppo fastose come quella del suo 40° compleanno in settembre.
Si tratta del più aspro attacco personale alla regina che ha un solo precedente quando ad una partita di calcio tifosi della riva est intonarono slogan denigratori sulle sue origini palestinesi e invitatorono il re a divorziare da lei.
L'influenza della regina del resto è un fatto assodato. Lo sottolinea, tra l'altro, un dispaccio dell'ambasciata Usa ad Amman, scoperto da Wikileaks e pubblicato da El Pais. "La regina - si legge - è molto aggiornata sulla politica internazionale, interviene in importanti incontri e collabora nella gestione del regno guidato dal consorte, re Abdallah. Una figura del genere non è solo bella e impegnata nella difesa dei diritti delle donne e dei palestinesi, ma crea divisioni in Giordania".