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27 Settembre 2019

Fridays for Future a Cagliari

Da piazza Gramsci i ragazzi cagliaritani, studenti di ogni età, alcuni guidati dai loro docenti mostrano i cartelloni verso via Roma.

Sono 160 le città italiane in cui le piazze si animano per i Fridays for Future, Si tratta del terzo sciopero globale dalla sezione italiana del movimento di Greta Thunberg. L’Italia ha aderito alla settimana per il clima, mentre gli altri paesi hanno manifestato venerdì 20 settembre, nelle maggiori città italiane il giorno di mobilitazione è oggi. E la Sardegna ha aderito con successo: migliaia di ragazzi, associazioni, sindacati e docenti hanno popolato le piazze di Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia e Iglesias. In prima fila il capoluogo che parte da piazza Gramsci verso via Roma al palazzo della Giunta regionale. Gli studenti supportati dai docenti e manifestanti chiedono l'abbandono delle fonti di energia fossili e giustizia climatica per i popoli di tutto il mondo. Allo sciopero hanno aderito numerosi sindacati e anche il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha invitato tramite una circolare i dirigenti scolastici a considerare giustificate le assenze degli studenti che partecipano alle manifestazioni.

“Che le istituzioni siano sensibili e conseguenti rispetto alle tematiche sull’inquinamento e riscaldamento globale, ma soprattutto verso la nostra vita quotidiana”, dice Mariella Setzu insegnante di Cobas scuola, tra i docenti scesi in piazza per lo sciopero a Cagliari. In Sardegna il tema ambiente si incentra sulla nuova proposta (piano di metanizzazione) di passaggio dal carbone al metano: “Non pensiamo che passare dal carbone al metano sia un grande vantaggio. Il metano è un altro tremendo gas serra anche meno mobile della CO2 quindi sarà più difficile liberarsene. Non risolveremo niente”, conclude la docente a seguito di un altro gruppo di attivisti.

 

 

“Salviamo il pianeta” – “il mondo sta crollando aiutateci” – “il mondo è in pericolo” - “non esiste un pianeta B”. Procedono, aizzano i cori e si dirigono verso via Roma, seguono i Cobas con le bandiere rosse, i rappresentanti e i docenti. “Chiediamo di intervenire per migliorare le condizioni di un mondo che peggiora sempre più, se si continua così il mondo crollerà. L’umanità morirà”, dice Nicole Mameli. La voce dei ragazzi si fa sentire verso un futuro migliore: “Non ha senso studiare per un futuro che non abbiamo più”, aggiunge Lucrezia Nicolai - l’appello è condiviso verso le istituzioni - “stop ai carburanti fossili e alla produzione di CO2. Noi facciamo il nostro, appoggiamo il “plastic free” e gli oggetti monouso”. Il messaggio si estende a tutti a partire dai vertici “Invitiamo anche le multinazionali e i governi a limitare l’inquinamento”, gridano i ragazzi mentre camminano con i loro striscioni.

@Margherita Pusceddu