News

26 Agosto 2019

Cagliari - Brescia l'esordio

E il Brescia, zitto zitto, ha espugnato la Sardegna Arena grazie al rigore di Donnarumma e festeggiato al meglio il ritorno nella massima serie

Ci si aspettava ben altro debutto. Ma delle volte basta poca acqua per spegnere il grande fuoco dell'entusiasmo, basta una squadra ben messa in campo, seppure con tantissimi giocatori all'esordio assoluto in Serie A, basta un episodio sfavorevole e un pizzico di imprecisione sotto porta per trasformare una festa in una sorta di incubo. E il Brescia, zitto zitto, ha espugnato la Sardegna Arena grazie al rigore di Donnarumma e festeggiato al meglio il ritorno nella massima serie dopo otto anni di purgatorio.

Questa, in pillole, è stata Cagliari-Brescia, e alla fine gli unici a sorridere sono stati Cellino, Dessena e tutta la truppa delle Rondinelle, nonostante la campagna acquisti imponente messa su da Giulini questa estate.

Un Brescia ben messo in campo da Corini, dicevamo, con i lombardi che sono stati bravi a chiudere gli spazi e a stare dietro la linea del pallone, ma altrettanto abili a ripartire e a sfruttare gli inserimenti di Bisoli, le sgroppate di Sabelli, le geometrie di Tonali (a proposito, 19 anni per lui, ma sembrava giocasse in A da una vita; è azzardato il paragone con Pirlo? Chissà) e la vena realizzativa di un Donnarumma che sembra dimostrare che quando uno è abituato a buttarla dentro, non c'è categoria che tenga.

Eppure, i rossoblù non erano partiti così male: doppia occasione sul sinistro di Birsa dal limite, poi la chance clamorosa sprecata da Joao Pedro, che, lanciato alla grande da Nandez, ha anticipato Joronen in uscita con un diagonale che però non ha inquadrato lo specchio. Poi è venuto fuori il Brescia: il gol di testa di Donnarumma, annullato dal VAR, ha iniziato a far vacillare le “certezze” dei sardi, che hanno sofferto la coriaceità degli avversari e sono mancati soprattutto nella continuità.

A complicare le cose, l'infortunio al ginocchio occorso a Pavoletti (si attendono gli accertamenti medici, anche se traspare un certo ottimismo) e il braccio largo in area di Cerri a inizio secondo tempo, punito dal signor Abbattista in virtù della nuova regola in base alla quale è calcio di rigore, a prescindere dalla volontarietà, quando il braccio è staccato dal corpo.

L'ingresso in campo di Castro al posto di Birsa, a quel punto, ha avuto gli effetti desiderati da Maran, perché l'argentino ha rivitalizzato la manovra rossoblù, anche se il Cagliari ha prodotto poco (un colpo di testa di Joao Pedro e un tentativo in scivolata di Ionita, entrambi respinti da Joronen) e piano piano è arrivato inesorabile il fischio finale.

Chi si attendeva un grande Cagliari è rimasto deluso, ma occorre pesare con equilibrio la situazione: siamo ad agosto, la squadra ha bisogno di tempo per ultimare il rodaggio e per canalizzare al meglio l'entusiasmo che ancora si respira in città. È andata male la prima battaglia, ma la guerra è ancora tutta da combattere, a partire da domenica prossima, quando alla Sardegna Arena arriverà l'Inter di Antonio Conte e dell'ex Nicolò Barella. 

@Francesco Cucinotta