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31 Luglio 2019

No al panino portato a scuola da casa

Da settembre, i bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado, non potranno più consumare nella mensa scolastica il panino portato da casa

No al panino fatto dalla mamma portato a scuola da casa». A dirlo non è la docente ma la Cassazione con una sentenza depositata ieri, che ribalta la decisione del Consiglio di Stato concernente la possibilità di portare il panino da casa in mensa. Da settembre, i bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado, non potranno più consumare nella mensa scolastica il panino portato da casa. Secondo quanto riporta l’Ansa, «per il supremo consesso la materia, in assenza di un diritto perfetto, non può essere oggetto di accertamento da parte del giudice ordinario. La gestione del servizio mensa rientra nell’autonomia organizzativa delle istituzioni scolastiche di primo e secondo grado in attuazione dei principi di buon andamento della pubblica amministrazione». La sentenza della Cassazione è l’epilogo di una battaglia legale portata avanti dal Comitato Caro Mensa, costituito da un gruppo di genitori di Torino e dal loro legale, Roberto Vecchione, annullando di fatto la sentenza di appello del 2017, che aveva dato loro ragione. «L’introduzione di vari e differenziati pasti domestici nei locali scolastici inficia il diritto degli alunni e dei genitori alla piena attuazione egualitaria del progetto formativo comprensivo del servizio mensa» è un passaggio della sentenza. «Portare il “panino da casa” scrivono i giudici comporta una “possibile violazione dei principi di uguaglianza e di non discriminazione in base alle condizioni economiche, oltre che al diritto alla salute, tenuto conto dei rischi igienico-sanitari di una refezione individuale e non controllata». Sembra che tutto si destinato a cambiare: le famiglie dovranno scegliere tra la mensa o riportare i ragazzi a casa per la pausa pranzo.

@Margherita Pusceddu