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16 Novembre 2010

Nuove regole per le web tv

Agcom frena dopo la protesta. L'Authority rimanda al 25 novembre il varo delle regole sulle emittenti ondemand e potrebbe riprende re in mano l'intero

AGCOM prende tempo: l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, avrebbe dovuto varare oggi una serie di regole e obblighi per le web tv e le web radio. Ma, forse grazie alle proteste nate in rete e arrivate sui banchi dell'opposizione parlamentare, l'Authority ha rinviato il completamento del suo lavoro al 25 novembre e, in attesa delle firme finali di convalida del nuovo regolamento, potrebbe riprendere in mano l'intera questione.

L'irregimentazione delle emittenti digitali nasce dall'approvazione del decreto Romani 1. Finora le web tv e web radio sono state libere da regole e obblighi. Agcom dovrebbe imporre a web radio e web tv lineari il primo pacchetto di burocrazia nella loro storia. L'idea - che adesso attende conferma - è che paghino 750 (web radio) e 1.500 euro (web tv) per iniziare le trasmissioni e inviare ad Agcom una dichiarazione di inizio attività (Dia). Dovranno sottostare inoltre ad alcune regole mutuate dalle realtà editoriali tradizionali, per esempio la tutela dei minori e l'obbligo di tempestiva rettifica. Agcom ha già pensato di escludere (almeno) le micro-web tv, cioè quelle che trasmettono meno di 24 ore di programmi in una settimana. Le regole sopra indicate erano già state votate e approvate da Agcom e quindi finite in uno scherma di regolamento che adesso, in extremis, viene riaperto.


Bisognerà vedere quali obblighi Agcom escogiterà per il video on demand e come intenderà cambiare quelli definiti per web radio e web tv lineari. Rispetto alla bozza di regolamento in materia, Agcom aveva già alleggerito le norme in capo a web tv e web radio. Prima i costi erano doppi e annuali (invece che una tantum) ed era molto maggiore la burocrazia iniziale (per esempio c'era l'obbligo di chiedere un'autorizzazione prima di trasmettere, mentre dopo la Dia si può subito iniziare senza aspettare la risposta di Agcom).

Il punto però, sottolineano gli oppositori, è che le nuove norme rischiano di soffocare uno scenario ancora nascente e molto prolifico di progetti, spesso condotti con pochi mezzi ma con fini di utilità sociale. Sono 346 le micro web tv italiane, secondo l'osservatorio Altratv.tv 2. Telejato, la web tv di Corleone, ha redazione, studio e regia in una palazzina di Cinisi ed è nota per le campagne contro Cosa Nostra. Telestrada.it (prodotta dalla Caritas di Catania) ha realizzato inchieste di denuncia poi riprese da emittenti anche nazionali, per esempio su casi di mala sanità. Sono 18 le web tv dell'Aquila, che cercano di indagare sul dopo terremoto.

Si occupano di inchieste cittadine FuoriTv (Modena), VersiliaInTv (nota per avere documentato per prima la strage di Viareggio), Teledenuncio (Napoli), IlFatto.tv (Molfetta), Crossing.tv (Bologna), PieroDaSaronno (Saronno, ideata da un pensionato 72enne e ora punto di riferimento per le notizie cittadine). E' ormai una realtà imprenditoriale affermata C6.tv: partita da Milano, ora C6 è anche a Roma e Palermo, ha dieci giornalisti e 5 mila utenti al giorno. Nel mucchio delle web tv soggette a obblighi potrebbero rientrare anche i video blog, ma bisognerà vedere che cosa deciderà oggi Agcom sul video on demand.

Sull'argomento non mancano le prese di distanza anche all'interno della stessa Authority: "Per ora Agcom ha deciso sulle web radio e sulle web tv lineari, cioè quelle con palinsesto. Lunedì deciderà anche sulle web tv con video on demand", spiega Nicola D'Angelo, consigliere Agcom che era relatore del regolamento. "Ma ho votato contro e per protesta mi sono dimesso da relatore", aggiunge. Il testo della norme già scritte e decise attendeva però le firme finali di convalida. Agcom sfrutterà quest'opportunità per riprendere in mano l'intera questione.

Tra i primi politici a chiamare il web alla mobilitazione contro le nuove regole è stato Antonio Di Pietro (Idv). "Alla Camera, durante il question time con il ministro Romani, chiederò delucidazioni sul regolamento e lancerò la mobilitazione in rete, con le associazioni dedicate al fenomeno web tv", dichiara a Repubblica.it. Preparano la protesta anche gli esponenti Pd più attenti ai problemi di internet: "Per cominciare l'opposizione politica, oggi chiederemo alla Camera la convocazione urgente di Corrado Calabrò, presidente di Agcom", dice il senatore democratico Vincenzo Vita. Anche l'ex ministro Paolo Gentiloni si aggiunge alla protesta definendo "assurdo" il regolamento, "perché impone sul web obblighi tipici delle realtà editoriali tradizionali e affermate".