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22 Ottobre 2010

Sarah, omicidio in garage. Michele è attendibile

Sarah, omicidio in garage. Michele è attendibile Così nell'ordinanza che conferma la custodia cautelare in carcere per Sabrina Misseri

C'era anche Sabrina nel garage di Avetrana il 26 agosto quando Michele Misseri ha ucciso Sarah Scazzi strangolandola con una corda. E, anzi, e' stata proprio lei, con un'azione ''preordinata'' e dunque voluta, a portare la cuginetta in quell'antro, ad immobolizzarla mentre il padre l'ammazzava, a dire che era ora ''di dare una lezione'' a quella ragazzina che non solo voleva spifferare per il paese che Zio Michele le aveva toccato il sedere, infagandone cosi' il buon nome, ma si era anche permessa di insidiare il suo Ivano, divenendo la preferita dell'amico per cui lei, invece, provava una vera e propria ''ossessione''.

Sabrina Misseri resta in carcere con la pesantissima accusa di concorso in omicidio e sequestro di persona: e l'ordinanza con cui il gip di Taranto Martino Rosati accoglie le richieste della procura, e' una mazzata sulle speranze della ragazza di lasciare la cella, anche se i suoi avvocati Vito Russo e Emilia Velletri ricorreranno al tribunale del Riesame. In venti pagine il giudice ricostruisce il delitto, riportando integralmente la confessione agghiacciante di Michele, contesta punto su punto le affermazioni fatte da Sabrina nei due interrogatori ed elenca una dopo l'altra le testimonianze che l'hanno incastrata: quella dell'amica Mariangela, personaggio ''del tutto credibile'', della madre Cosima, della zia Concetta Serrano Spagnolo, madre di Sarah e, addirittura, della stessa quindicenne, che poche ore prima di morire, quasi avesse un presentimento, metteva nero su bianco sul suo diario i contrasti con la cugina per via di Ivano. Tutte persone, scrive il gip, ''non sospettabili di acrimonia verso di lei''.

Ma cosa e' stato a spingere Sabrina ad uccidere Sarah? ''Aveva piu' di un motivo di rancore verso la cugina'' con la quale, scrive il Gip, i rapporti erano ''tutt'altro che idilliaci'' e le frizioni ''non episodiche ma piuttosto ricorrenti''. La paura che il paese conoscesse il segreto di Michele e Sarah, innanzitutto, ma anche il fatto che le stesse 'rubando' Ivano. Motivi sufficienti ad uccidere? Probabilmente no, e' la tesi avanzata nell'ordinanza: ''si e' trattato, con ogni probabilita', di un'azione preordinata, quantunque probabilmente giunta ad esiti ulteriori e piu' gravi di quelli programmati''. In sostanza, l'omicidio ''e' scaturito, probabilmente, da un impeto improvviso''. Ma cio' non basta, prosegue il gip, ''per collocarlo nell'ambito della preterintenzione''. Perche' tutte le incongruenze e i non ricordo nel racconto di Sabrina, i tentativi di depistaggio, i messaggi inviati all'amica Mariangela testimoniano, appunto, la volonta' di ''dare una lezione'' a Sarah.

E infatti, quel 26 agosto Sabrina si e' resa responsabile di ''un'azione cruenta, protrattasi per un lungo tempo durante il quale, almeno finche' Sarah non e' caduta esanime al suolo, Sabrina l'ha tenuta stretta, impedendole di muoversi. Offrendo cosi' al padre, se non altro - afferma Rosati - un decisivo contributo agevolatore alla realizzazione dell'evento delittuoso, nella consapevolezza della evidente idoneita' della condotta di costui a provocarlo''. E anche lo zio Michele, nella sua confessione, conferma questo ''decisivo contributo''. Sabrina, dice, ''l'ha portata malamente'' in garage, ''l'ha tirata''. E quando Sarah fuori dalla villetta di via Grazia Deledda urlava piangendo ''lasciami stare, fammi andare a casa'', lei ha risposto cosi': ''no, mi devi dire con la tua bocca quello che e' successo''. Il racconto di Michele dunque, si incastra perfettamente con le testimonianze e i riscontri trovati dagli inquirenti. Tanto che il gip, pur sostenendo che lo zio di Sarah e' ''uno tra i peggiori chiamanti in correita' che un giudice si augurerebbe di trovarsi davanti'', definisce le sue dichiarazioni, ''ampiamente credibili'', ''coerenti'' e ''soprattutto perfettamente conciliabili con le ulteriori acquisizioni istruttorie''.

C'e' soltanto una cosa, del racconto di Michele, a cui il gip sembra non credere: la violenza sessuale sul cadavere della povera Sarah. ''Si e' ascritto un fatto turpe - afferma non a caso nell'ordinanza - con una confessione, verrebbe da dire, gratuita, dal momento che nessuno aveva mai nemmeno sospettato tale ulteriore delitto, e sapendo che quest'ultimo ben difficilmente si sarebbe mai potuto accertare dal momento che il cadavere era rimasto in acqua sommerso per oltre 40 giorni''. L'ultima mazzata a Sabrina, il giudice la da' spiegando perche' deve rimanere in carcere. Ci sono, dice il pericolo di fuga, quello di inquinamento probatorio e di compromissione delle indagini; ma anche e sopratutto ''la seduzione che la Misseri ha mostrato di subire dal fascino delle telecamere''. Una seduzione che non consente di concederle neanche gli arresti domiciliari.