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12 Novembre 2013

Minorenni adescati da Paolini

"Era famoso, pagava e ci comprava i jeans" I 17enni con cui il disturbatore filmava rapporti sessuali non lo vedevano come una minaccia

"E poi - dicono ancora i ragazzi, interrogati in Procura con l'assistenza di uno psicologo - potevamo vantarci con gli amici perché lo conoscevamo". Insomma, i due studenti non vedevano come una minaccia quell'uomo che adesso è rinchiuso in una cella di isolamento a Regina Coeli, con l'accusa di induzione alla prostituzione minorile e produzione di amteriale pedopornografico, mentre il suo sito "Paolininews" viene inondato da insulti e accuse.

Quello che pagava in cambio di sesso ai ragazzi serviva per togliersi qualche sfizio. "Con lui andavano a giocare a bowling, oppure dai suoi parenti a prendere il tè. Suo padre ci ha anche insegnato un gioco da vecchi, la briscola".

I carabinieri del Nucleo investigativo hanno messo sotto sequestro la cantina, nei prezzi di piazza Bologna, dove Paolini aveva i suoi incontri sessuali. I due studenti, figli di impiegati, sapevano di essere ripresi. Gli investigatori credono che i ragazzi siano stati adescati su Internet e sospettano che Paolini abbia avuti incontri hard anche con altri ragazzini. Finora sono stati trovati 180 file tra foto e video, e comparirebbero anche un adolescenti romeno e altri ragazzini.

E ancora, sono state fatte registrazioni audio in cui si sentono le trattative tra i ragazzi e il "profeta del condom", come si faceva chiamare il disturbatore: "Vuoi 15 euro? Ok. Fidati! Non ti faccio nulla, cosa pensi". A un altro che gli faceva notare che il tempo stabilito era finito replica: "Hai messo il tassametro? Ecco altri 30 euro".

A far scattare le indagini è stata la denuncia del titolare di un laboratorio fotografico di Riccione, che ha chiamato i carabinieri dopo la scoperta che un punto vendita romano aveva chiesto la stampa di 72 foto dal contenuto chiaramente pedopornografico. Adesso la parola passa a Paolini, che sarà interrogato mercoledì in carcere.