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12 Marzo 2010

wwf lancia il carrello virtuale

Il Wwf lancia un programma sul web con cui si può calcolare quanto si inquina in base alle nostre scelte alimentari.

Comprate un pomodoro di serra e un merluzzo surgelato, metteteli in una busta di plastica. Avete appena contribuito al riscaldamento globale del pianeta Terra. Le azioni dell'uomo contribuiscono pesantemente sull'effetto serra. Anche quelle più piccole e innocenti, come fare la spesa al supermercato. Ognuno può contribuire con le sue azioni a diminuire le emissioni di gas serra. Già, ma come?

Il Wwf, attraverso il servizio “carrello della spesa virtuale” ci insegna a fare la spesa rispettando l'ambiente. Basta scegliere un “avatar” (maschile o femminile), digitare il numero dei componenti della nostra famiglia ed entrare nel supermercato fatto di pixel. Carrello alla mano, è il momento di scegliere i prodotti che compreremmo normalmente. Per alcuni (frutta, verdura, carne, latte) possiamo anche decidere il confezionamento: vaschetta o bustina? Cartone o plastica?

Alla fine della spesa, il programma ci interroga sulle nostre abitudini. Diamo la precedenza a prodotti locali, di stagione e biologici? Scopriremo che se la risposta è sì, il nostro impatto sull'ambiente sarà più ridotto. All'ultima schermata ci viene presentato il conto. Non in euro ma in chilogrammi di CO2. A ogni prodotto corrisponde una certa quantità di gas serra che varia a seconda dell'imballaggio, del processo produttivo e della provenienza. In un grafico a torta il Wwf ci informa quali generi alimentari hanno inciso di più sul conteggio finale. In genere, quasi sempre la carne.

Anche se non ci pensiamo mai, la capacità di influire sul riscaldamento globale (global warming potential) dipende dalla quantità di CO2 che si genera per produrre, trattare, confezionare e trasportare i prodotti fino al punto vendita.

La nostra spesa. Per mettere alla prova il programma messo a punto dal Wwf con la collaborazione dell'Università della Tuscia e della Federico II di Napoli, abbiamo provato a fare una spesa “eco-friendly” e una meno attenta all'ambiente. Nella prima abbiamo privilegiato frutta e verdura biologica e di stagione, pesce fresco, formaggi prodotti da contadini locali, imballaggi diversi dalla plastica e meno ingombranti possibile. Nella seconda abbiamo scelto frutta e verdura fuori stagione, formaggi esteri e pesce congelato. Tutto in confezioni ingombranti e, ove possibile, di plastica. Un fattore tutt'altro che secondario: ciascun italiano produce quasi 550 chili di rifiuti l'anno. Di questi, quasi il 40% è costituito dagli imballaggi.

La differenza si nota: la spesa “verde” ha prodotto quasi 15 chili di CO2 in meno rispetto a quella più inquinante. Aiutare il pianeta tra gli scaffali del supermercato si può.