Quattro giovani 4 su 10 hanno trovato lavoro tramite amici, parenti, conoscenti. Per circa un quinto l’occupazione e’ frutto di personale dinamismo: assunzione a seguito di autocandidatura. Lo dice la ricerca sulle giovani generazioni, promossa dallo Ial Nazionale – Innovazione Apprendimento Lavoro, in sinergia con la Cisl, e realizzata dall’Istituto Demo’polis, presentata oggi a Roma. GLI STRUMENTI UFFICIALI – Sotto il 10% di citazioni si assestano tutti gli strumenti ufficiali di job placement: da selezioni e concorsi, all’evoluzione di stage o tirocinio, alle attivita’ di Agenzie di lavoro e Centri per l’impiego. L’indagine segnala indici di estrema criticita’ sulle performance dei percorsi formativi rispetto alle reali competenze richieste on the job. La maggioranza assoluta, il 60%, dichiara di aver acquisito le competenze tecnico-professionali utili alle mansioni da svolgere direttamente sul lavoro; l’utilita’ dei percorsi scolastici o di formazione e’ dichiarata da una minoranza di intervistati.

LA PROVA DEL FUOCO – “Non a caso, dopo la prova del fuoco del lavoro, potendo tornare indietro, la maggioranza assoluta dei giovani compierebbe scelte formative differenti – si legge nel rapporto – . Del resto, l’impatto con il lavoro e’ stato solo per una minoranza di intervistati privo di problemi e la dimensione occupazionale prevalentemente “non standard” incide nettamente su percezioni e componenti emotive dei percorsi di vita dei giovani. Controcanto coerente dei dati rilevati sul vissuto occupazionale delle nuove generazioni e’, infatti, l’analisi delle ansie da lavoro“.Si tratta di preoccupazioni maggioritarie, che attraversano l’intero campione analizzato e risparmiano appena l’8% degli intervistati.